Costellazioni familiari: cosa sono e perché vale la pena di provare

Nessuno di noi viene dal niente! Siamo tutti inseriti in un sistema di relazioni profondamente interconnesso: per questo, occuparci di noi stessi e del nostro benessere psicofisico può non essere abbastanza: potremmo sentire che qualcosa continua a sfuggirci. Di quel “qualcosa” si occupano appunto le costellazioni familiari.
Le costellazioni familiari, infatti, sono un approccio particolare che si propone di portare alla luce, e quindi di sanare, le dinamiche inconsce che abbiamo assorbito dalla nostra famiglia (compresi gli antenati, i defunti, le persone morte prima che noi nascessimo) e che condizionano la nostra vita impedendoci di realizzarci pienamente, di essere noi stessi e di vivere bene le relazioni.
Può sembrare astratto ma – se ci pensiamo un momento – ci accorgiamo che la nostra cultura, i miti, le fiabe, i romanzi, la tradizione orale e molti dei film che abbiamo amato sono completamente permeati da questo concetto, perché si tratta di una consapevolezza, a volte rimossa, che abita profondamente in noi: non possiamo essere felici senza sanare le ferite del passato. Qualcuno di voi avrà forse visto il film Disney “Encanto”, storia di una famiglia piena di talenti ma con un dolore irrisolto: ecco, la verità è che finché “non si nomina Bruno” tutta la casa è in pericolo!
Perché, se è vero che ogni persona è parte di un insieme e di una storia più grande, allora i comportamenti, i sentimenti e gli atteggiamenti individuali devono essere compresi nel contesto di questo sistema più ampio. Se qualche membro del sistema è stato dimenticato, escluso o lasciato indietro, se una sofferenza è stata negata o repressa, diventando un vero e proprio tabù collettivo, questo inevitabilmente allungherà la sua ombra su tutto il sistema, anche per generazioni. Solo quando riconosciamo e onoriamo i difficili destini di coloro che ci hanno preceduto, possiamo ristabilire l’armonia e spezzare le catene.
Il fondatore del metodo delle costellazioni, lo studioso tedesco Bert Hellinger, negli anni ’80, osservava come molti di noi assumano inconsciamente modelli familiari distruttivi di ansia, depressione, rabbia, colpa, solitudine, alcolismo e persino malattia come forma distorta di appartenenza. Hellinger studiò e propose il suo approccio come strumento per cercare di rompere questi schemi e poter vivere una vita più sana e felice, nella quale la persona possa davvero esprimere tutti i suoi doni.
Ma cosa vuol dire dal punto di vista pratico? Come funziona?
“Fare una costellazione familiare” significa riunire un gruppo di persone, sconosciute o comunque non appartenenti alla stessa famiglia, alla presenza di un facilitatore, formato e preparato, che guiderà il momento. Anche se estranee fra loro, le persone presenti, mettendosi in gioco con semplicità e apertura, formano un campo di energia potente, capace di agire per noi e con noi, sostenendoci nella ricerca. Lo stesso conduttore è guidato a sua volta, in uno spirito di servizio, orientato al bene, che non è mai intromissione, non è mai giudizio e non è mai offerta di una “soluzione”: chi conduce mette semplicemente i propri strumenti, con umiltà, a disposizione dei partecipanti, nella fiducia che “Qualcosa di più grande” stia agendo per il meglio.
Durante la costellazione familiare, chi desidera può lavorare su una questione su cui si sente bloccato: un lutto non superato, una relazione difficile, uno schema che si ripete sterilmente all’infinito. Il suo problema potrà trovare nel cerchio una rappresentazione, che permetterà alla persona di osservare la dinamica dall’esterno e trovare nuove chiavi di lettura per affrontarla. Non si tratta, attenzione, di una rappresentazione teatrale, ma di una simbolizzazione che ha lo scopo di aumentare la consapevolezza e mettere in moto nuove risorse.

Quello della costellazione familiare è un lavoro interiore che coinvolge sempre tutti, compreso il conduttore: chi vi ha partecipato almeno una volta può testimoniare quanto il senso di connessione che si crea sia profondo. Anche quando un problema non viene “risolto”, la persona che l’ha portato avrà comunque una visione più chiara e nuova della situazione che sta vivendo: l’esperienza vissuta attiva un processo di autoguarigione e di rinnovamento che continuerà nelle settimane e nei mesi successivi, in un percorso di ricerca e di autorealizzazione che, come sappiamo, è il lavoro di una vita intera.
Per conoscere date e luoghi delle prossime costellazioni guidate da me, seguitemi sui social o scrivetemi in privato.