Se avete figli under 13, probabilmente ve l’ha già spiegato Olaf. In tutti gli altri casi, potete leggere qui: dove si parla di giorni della Merla e di ghiaccio che abbiamo nel cuore.
Stiamo vivendo i “giorni della Merla”, quelli che la tradizione ci consegna come “i più freddi dell’anno”: la leggenda li lega a una mamma uccello che, per ripararsi dal gelo, si rifugiò in un camino, sporcandosi di fuliggine e determinando il color carbone di tutte le merle da lì in poi. Il gran parlare di freddo, però, mi ha fatto ripensare a un piccolo rituale dedicato al disgelo, che vorrei condividere con voi.
Come abbiamo già evidenziato nel post che parlava di Blue Monday, questo è un periodo dell’anno particolare, in cui le temperature rigide ci invitano ad accoccolarci in casa, mentre le giornate più luminose ci chiamano fuori; i buoni propositi per il nuovo anno hanno un po’ perso la loro spinta propulsiva, ma la voglia di primavera comincia già a farsi sentire; c’è chi già pianifica i campus estivi per i figli e chi ancora non ha smontato l’albero di Natale (e a volte… è la stessa persona). È un momento in cui ciò che ci attira e ciò che ci trattiene sembrano avere una dialettica particolarmente densa. È un momento in cui, se qualcosa ci blocca, ce ne accorgiamo di più. È il momento perfetto, dunque, per prendere in mano ciò che è congelato e trasformarlo in linfa nuova.
È qui che entra in gioco Olaf. Come molti tra noi sapranno, nel 2013 uscì un film di animazione di grandissimo successo: il titolo era “Frozen” (per l’appunto “congelato…”) e le protagoniste erano due sorelle di nome Elsa e Anna. La maggiore aveva lo specialissimo potere di ghiacciare ciò che toccava: la storia del film (e del sequel) è il grande e simbolico percorso che Elsa, con l’aiuto complementare della sorella, compie per capire che il suo potere non è maledizione ma dono, e che la “magia del ghiaccio” non è che la punta dell’iceberg (ops!) di una vocazione ben più grande che la chiamerà a entrare in comunione con tutti gli elementi della Natura. Le due sorelle possono contare su un aiutante, il buffo e saggio pupazzo di neve Olaf, che si fa portavoce di una verità fondamentale: “solo l’Amore scioglierà”. In questa morsa di gelo, che è il simbolo di un groviglio di emozioni bloccate, negate, represse e trattenute, solo l’Amore liberatorio e generoso di Anna, la sorella non magica ma piena di cuore, sarà in grado di fare la differenza.
Si tratta di accettare e lasciar andare, prendere in mano e sciogliere, confidando che l’Amore non è soltanto la forza benefica che applichiamo dall’esterno, sotto forma di volontà, ma è già contenuto in ciò che è bloccato: ne fa parte, va solo liberato. E allora concediamoci questi pochi minuti per compiere un rituale semplice ma altamente simbolico. Le mani, all’inizio, soffriranno. Ma poi il calore, come sempre, vincerà. E tutto scorrerà di nuovo.
Procurati uno o più cubetti di ghiaccio e affida loro quel blocco, quella difficoltà, quel freno che senti dentro di te. Con coraggio prendi un cubetto tra le mani con l’intenzione di abbracciare questa fatica cristallizzata dentro di te e osserva come il calore delle tue mani scioglierà pian piano il gelo. Lascia che l’acqua liberata da questo abbraccio si raccolga in un piccolo recipiente davanti a te, una ciotola che accolga questa trasformazione. Individua parole d’amore e affidale a quest’acqua (hai presente le affascinanti teorie di Masaru Emoto sulla memoria dell’acqua, in base alla quale l’acqua porterebbe traccia delle nostre informazioni emotive?). Dona dunque l’acqua vitale a una pianta, ringraziando per l’esperienza.
Il rituale, come vedi, è molto semplice: ma superare i blocchi e trasformarli in energia è il lavoro di una vita. L’unico, tuttavia, che vale la pena di compiere. Come dice il Maestro Bert Hellinger, “tutto ciò accade per amore, e ciò che grazie all’amore viene mantenuto, può essere sciolto e annullato nell’amore “.